NASCITA DELLA REPUBBLICA ITALIANA
L’Italia liberata dal fascismo è un paese distrutto nelle infrastrutture e segnato profondamente dalla guerra che ha contrapposto gli italiani della Repubblica di Salò agli italiani delle formazioni partigiane. Ora bisogna ricostruire tutto ciò che è stato distrutto dalla guerra.
In base agli accordi presi, i partiti antifascisti danno vita a un governo guidato da Ferruccio Parri, leader del Partito d’Azione e della resistenza. Subito viene costituita una Consulta nazionale, che ha il compito di vagliare gli atti del governo e di preparare una nuova legge elettorale. Quando il governo Parri naufraga perché non riesce a risolvere la situazione, si forma un nuovo governo di coalizione guidato da De Gasperi, leader della Democrazia cristiana. Lui rimette in moto la macchina dello stato e ottiene il disarmo delle formazioni partigiane ancora attive in alcune regioni del Nord. Vengono fissati per il 2 giugno 1946 il referendum istituzionale e l’elezione dell’Assemblea Costituente. Le elezioni sono a suffragio universale maschile e femminile e il 54% dei votanti si esprime per la Repubblica. Umberto II di Savoia parte per l’esilio in Portogallo. Nelle elezioni per la Costituente “vincono” la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista italiano e il Partito Comunista italiano. Il capo provvisorio dello Stato è Enrico De Nicola.
Nel 1947 vengono fissate le condizioni di pace tra l’Italia e gli Alleati, dure e punitive: l’Italia perde le colonie, cede territori a Francia e Iugoslavia (Istria, Venezia Giulia) e deve pagare un’ingente somma. Un altro problema è costituito dalle tendenze autonomiste di alcune parti dello stato; De Gasperi lo risolve attribuendo uno statuto speciale a diverse regioni. Trieste è una città libera, ma i rapporti sono tesi; il confine definitivo sarà sancito nel 1975 con il Trattato di Osimo.
La divisione dell’Europa in due blocchi contrapposti costringe l’Italia a una scelta di campo a favore del blocco occidentale e capitalista. Nel gennaio del 1947 De Gasperi si reca a Washington per tenere colloqui con i leader nordamericani sulla situazione italiana. È convinto che, per uscire dalla grave crisi economica, l’Italia debba ottenere l’aiuto degli USA. I partiti che avevano partecipato alla Resistenza erano comunisti e vogliono che la Repubblica appena nata si avvicini di più alle loro idee, ma non è così: lo scontro con loro diventa inevitabile. Questa politica provoca anche una grave spaccatura all’interno del Partito socialista, i cui partecipanti, guidati da Saragat, lasciano il Partito di Nenni. Il nuovo partito socialdemocratico è a favore delle democrazie occidentali e abbandona l’ideologia marxista. De Gasperi nel maggio del 1947 estromette i comunisti e i socialisti di Nenni e forma un governo composto da una coalizione composta da democristiani, socialdemocratici, liberali e repubblicani. Il leader della Democrazia Cristiana rafforza l’Italia anche con le alleanze. Così l’Italia aderisce al piano Marshall.
La nascita della Costituzione democratica italiana
Con grande saggezza l’attività dell’Assemblea costituente viene tenuta distinta da quella del governo: la prima elabora la nuova Costituzione, mentre il secondo si occupa dei gravi problemi economici. La costituente incarica a una ristretta commissione di elaborare un progetto di Costituzione.
La stesura degli articoli non fu un lavoro facile: fu il risultato di un patto stretto tra i tre partiti maggiori DC, PSI, PCI che avevano su molti punti importanti idee contrapposte. Fu un compromesso ottenuto perché ciascuna delle forze in campo accettò di rinunciare ad alcune delle sue aspirazioni e riuscì a ottenere che altra fossero approvate. Il testo definitivo viene approvato il 22 dicembre 1947; la nuova Costituzione entra in vigore dall’1 gennaio 1948.COSTITUZIONE ITALIANA
18 GIUGNO 1946 - L'Italia diventa per scelta di popolo ufficialmente una repubblica democratica. L’Assemblea Costituente ha ora il compito di elaborare il testo della Costituzione.
26 GIUGNO 1946 - Il discorso inaugurale di Saragat all’assemblea costituente: ...Fate che il volto di questa repubblica sia un volto umano. Ricordatevi che la democrazia non è soltanto un rapporto fra maggioranza e minoranza, non è soltanto un armonico equilibrio di poteri sotto il presidio di quello sovrano della nazione, ma è soprattutto un problema di rapporti fra uomo e uomo. Dove questi rapporti sono umani, la democrazia esiste; dove sono inumani, essa non è che la maschera di una nuova tirannide" (Ag. Ansa, ore 12.00)
22 DICEMBRE 1947 - Il presidente proclama solennemente : "L'assemblea approva la costituzione della Repubblica Italiana".
Voti a favore 453,
Voti contro 62.
27 DICEMBRE 1947 - A palazzo Giustiniani, viene firmato l'atto di promulgazione della nuova Carta Costituzionale della Repubblica Italiana che entrerà in vigore il 1° gennaio 1948.
Il presidente della Repubblica Enrico De Nicola mentre firma la nuova Costituzione (1948). Attorno a lui De Gasperi, Saragat e Terracini.
LA COSTITUZIONE ITALIANA
BREVE STORIA
Da un punto di vista istituzionale lo Stato Italiano nasce nel 1861 con l'attribuzione a Vittorio Emanuele II di Savoia, re di Sardegna, il titolo di re d'Italia. E' bene sottolineare che il regno di Sardegna, in quel tempo, comprendeva i territori del Regno di Sardegna, il principato di Piemonte, il ducato di Savoia, il ducato di Genova e la Contea di Nizza. Dunque nel 1861 lo Stato Italiano, adotta lo Statuto Albertino, ovvero lo statuto che era stato
concesso da Carlo Alberto di Savoia nel 1848. Tale statuto resisterà per tutto il periodo fascista e per ulteriori quattro anni. Infatti il 25 luglio 1943, Benito Mussolini perde il potere e il re Vittorio Emanuele III, nomina il maresciallo Pietro Badoglio a presiedere un "regime transitorio" che durerà fino al 2 giugno 1946, data nella quale si svolsero contemporaneamente il referendum su Monarchia o Repubblica e l'elezione dell'Assemblea Costituente. Il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) (creato il 9 settembre 1943 viene formato il Comitato di Liberazione Nazionale, formato da un'associazione di partiti e movimenti oppositori al fascismo e composta da rappresentanti del PCI, della DC, del PdA, del PLI, del PSIUP e dei democratici-progressisti (PDL). Dal referendum del 2 giugno 1946, come tutti sappiamo, gli italiani (per la prima volta voteranno anche le donne) sceglieranno, non senza accese contestazioni, la Repubblica. Circa l'elezione dell'assemblea costituente, risultarono eletti 552 costituenti e dunque il 25 giugno 1946 venne insediata l'Assemblea Costituente con presidente Giuseppe Saragat. L'assemblea costituente elesse come primo atto il capo provvisorio dello Stato Enrico de Nicola del PLI che raccolse 396 voti. Questi i voti degli altri membri votati: Cipriano Facchinetti del PRI con 40 voti, Ottavia Penna dell'UQ con 32 voti, Vittorio Emanuele Orlando della sinistra storica con 12 voti, Carlo Sforza del PRI con 2 voti , Alfredo Proja della DC con 1 voto e Alcide De Gasperi della DC con 1 voto. L'Assemblea nominò poi 75 membri della commissione per redigere il testo della Costituzione, con presidente Umberto Terracini (PCI). La commissione terminò il lavoro assegnatole il 12 gennaio 1947 ed il 4 marzo cominciò il dibattito in aula del testo. Il testo definitivo della Costituzione della Repubblica Italiana venne approvato il 22 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948.
La Costituzione della Repubblica Italiana
Costituzione Italiana - Storia
I principi fondamentali (articoli da 1 a 12)
Parte I: Diritti e doveri dei cittadini
Titolo I - Rapporti civili (articoli da 13 a 28)
Titolo II - Rapporti etico-sociali (articoli da 29 a 34)
Titolo III - Rapporti economici (articoli da 35 a 47)
Titolo IV - Rapporti politici (articoli da 48 a 54)
Parte II: Ordinamento della Repubblica
Titolo I - Il Parlamento (articoli da 55 a 69)
Titolo I - Il Parlamento (articoli da 70 a 82)
Titolo II - Il Presidente della Repubblica (Articoli da 83 a 91)
Titolo III - Il Governo (articoli da 92 a 100)
Titolo IV - La magistratura (articoli da 101 a 113)
Titolo V - Le regioni, le provincie, i comuni (articoli da 114 a 118)
Titolo V - Le regioni, le provincie, i comuni (articoli da 119 a 133)
Titolo VI - Garanzie costituzionali (articoli da 134 a 139)
Disposizioni transitorie e finali (I-XVIII)